La Chiesa cattolica svizzera desidera diventare più sinodale
Che significa questo? Dopo la conclusione nell’ottobre 2023 del “Sinodo sulla sinodalità” voluto da Papa Francesco – che si è articolato in un processo condiviso di tre anni – si tratta ora di attuare la sinodalità nelle Chiese locali. Mi piace anzitutto riprendere l’idea di sinodalità che esprime padre Mauro Lepori, padre sinodale e abate generale dell’ordine dei cistercensi: “La sinodalità non è un metodo utile per star meglio tra di noi, è un modo di vivere e di camminare insieme dietro a Cristo che “porta” Cristo alla famiglia umana”.
Ma poiché la sinodalità non cade dal cielo, ma va appresa e sperimentata, la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) ha istituito per cinque anni una Commissione sinodalità (Syko) incaricata di recepire i risultati del processo sinodale mondiale e proporre modelli di lavoro sinodale adatti alle Chiese locali svizzere. La Syko si compone di trentun membri di diversa provenienza spirituale e linguistico/pastorale; per la Svizzera italiana Valentina Anzini, Patrizia Cattaneo Beretta e don Sergio Carettoni. Per il momento il lavoro si declinerà in incontri della Commissione e nelle “Giornate della sinodalità”, condivise con i vescovi ed il presidio della Conferenza centrale cattolica romana.
La prima Giornata si è svolta il 3 dicembre scorso ad Engelberg ed è servita più ad una conoscenza reciproca, che alla presa di decisioni concrete. I presenti hanno percepito un buon clima ed una motivazione autentica, ma pure un certo “Röstigraben sinodale”; nel senso che per gli svizzero tedeschi sembra prevalere la necessità della riforma delle strutture mentre i latini (romandi e ticinesi) sottolineano l’importanza della spiritualità e di un percorso sinodale condiviso. Coniugare le due prospettive sarà un lavoro e una sfida. Condivido l’osservazione del vescovo Felix Gmür che ha messo in luce come la sensibilità latina si avvicini un po`all’approccio operativo di Papa Francesco, che è quello dell’ “avviare processi”. In questa prima Giornata è emersa anche la necessità di far propri e porre in opera i contenuti del documento finale del sinodo 2024, che papa Francesco ha qualificato come parte integrante del magistero ordinario. Dal documento emergono temi e argomenti concreti che possono riorentare in maniera sinodale anche la Chiesa che è in Svizzera e che saranno oggetto della prossima riunione primaverile della Syko.
Anche a questo proposito è stimolante l’affondo di padre Lepori,che giudica il documento molto ricco, ma non esaustivo. Per lui, l’avvenimento vissuto al sinodo va trasmesso nel mondo non solo mediante il documento ma soprattutto con la testimonianza di vita di ciascun partecipante, secondo la propria vocazione: “Penso sia molto importante tornare ad amare la Chiesa, sentirla come luogo buono per l’umanità”.
La commissione sinodalità ha cominciato un lungo percorso ed io mi sento fiduciosa all’inizio di un cammino.
Patrizia Cattaneo Beretta, membro della Commissione Sinodalità, nel numero di gennaio/febbraio 2025 della rivista Spighe