Carlo de Stasio

Membro della Commissione Sinodalità

 

Sulla persona

Nato nel 1961. Sono prete della diocesi di Tivoli (Italia) da 30 anni. Sono stato missionario nelle diocesi di Basilea e Coira, per dieci anni coordinatore nazionale delle Missioni cattoliche di lingua italiana e dal 2001 sono delegato per la pastorale dei migranti per la regione diocesana di Zurigo-Glarus. Sono membro del consiglio presbiterale della diocesi di Coira e partecipo alla commissione pastorale di Migratio

Motivazione

Per essere una chiesa sinodale è indispensabile che anche i tanti migranti cattolici e le missioni di altra madre lingua siano protagonisti di questo cammino. Forse camminiamo poco o non abbastanza. Ci sentiamo stanchi, forse rassegnati, imprigionati in quella routine che ci scippa la speranza e il nuovo che il Signore ci dona. Camminiamo non abbastanza probabilmente perchè stiamo poco insieme, separati da logiche pastorali frammentate e isolate. Siamo in grado di eseguire anche alla perfezione il nostro spartito ma i vari suoni tra loro non sono armonizzati.
Per dirla con i celebri versi di Antonio Machado «Il cammino non c’è, lo si fa camminando»; a me piace camminare e lo faccio volentieri in compagnia. Con piacere camminerò con gli altri membri della commissione, persone singolari, ricche delle proprie diversità personali ed esperienziali, delle proprie qualità e incrinature; ciò che ci unisce è l’essere «quelli della via».

Le sfide

La chiesa in Svizzera non condivide la stessa cultura e la medesima lingua; le sei diocesi presentano prassi e orientamenti pastorali diversi, strutture pastorali differenti, sensibilità plurali spirituali e teologiche. Il modello da perseguire è quello trinitario, della «convivialità delle differenze».
Il cammino sinodale è un cammino di popolo non di addetti ai lavori. Spesso il popolo rimane ai margini della chiesa. I laici debbono occupare un ruolo centrale e primario nel cammino sinodale.
Camminare in direzione di una Chiesa sinodale, dove a tutti i membri è garantita corresponsabilità e partecipazione esige il riconoscimento dell’apporto indispensabile nella chiesa delle donne e la garanzia a ruoli di responsabilità e di ministerialità.
Le riforme dall’alto risultano improbabili, ma dal basso, a livello di chiese locali e di chiesa in Svizzera, pur non facilmente, sono realizzabili. Un cammino è fatto di passi in avanti, di tappe raggiunte per poter andare oltre e avvicinarsi alla meta. Se non si raggiungono, ci si scoraggia, si molla, ci si ferma o si torna indietro. E`importante raggiungere decisioni e, coraggiosamente e creativamente, attuare quelle riforme idonee e realizzabili qui ed ora.

Synodalitäts-kommission der Schweizer Bischofskonferenz

 

Commission Synodalité de la Conférence des évêques suisses

 

Commissione Sinodalità della Conferenza dei vescovi svizzeri